Dopo la completa demolizione del piccolo hotel esistente Bergfink, è stato realizzato al suo posto un nuovo innesto architettonico. Il volume è da sempre un punto fisso nella struttura urbanistica del paese dal carattere sia urbano che rurale, con gli edifici borghesi costruiti dai ricchi mercanti di Bolzano a cavallo del secolo. Come suggerisce il nome si tratta di un volume solitario inserito nel paesaggio circostante, che si ispira all’elegante carattere senza tempo dello stile Liberty, in cui l’architettura di città viene trasportata sul Renon in forma semplificata.
Architetti noa * network of architecture
Luogo Soprabolzano, Bolzano, Italia
Area 2000.0 m2
Anno 2018
Fotografie Alex Filz
Per i progettisti era importante incorporare gli elementi che si ritrovano di frequente nell’architettura locale, come gli archi in facciata o il tetto a padiglione, tradizionale tra gli edifici di Soprabolzano. Anche il rombo doveva avere il suo posto. Un tipico elemento decorativo che si può vedere nelle numerose logge delle tante case cantoniere presenti lungo la ferrovia del Renon, che collega tra loro le stazioni di villeggiatura.
L’approccio olistico al progetto è chiaramente riconoscibile: numerosi dettagli attraversano l’intero edificio come un filo conduttore. Interessante è per prima cosa il posizionamento dell´ hotel, che si adatta in modo raffinato al contesto topografico. Sul garage, sopra cui si sviluppa il volume con un totale di 25 camere, di cui 7 suite-giardino, si estende un parco di cui possono godere direttamente gli ospiti. Pianta e involucro dialogano tra loro: ciò che si nasconde dietro la facciata può essere leggibile già all’esterno in modo univoco, ma senza rivelarsi troppo.
Il carattere Liberty degli edifici presenti sul Renon prosegue negli interni in modo astratto. Si caratterizza un ambiente chiaro, ricco di contrasti, con una progressiva inquadratura degli elementi che costituisce un dettaglio ricorrente riproposto in tutto l’edificio. Anche il tema dell’arco è ripreso all’interno. Come ad esempio nelle stanze con l’elemento a specchio arrotondato alla base; il camino nella lounge, in cui l’arco è estruso attorno al proprio asse; come lo schienale delle sdraio sulla terrazza della spa. L’arredamento è organizzato liberamente nello spazio: eleganti mobili imbottiti aggiungono valore all’ambiente. Inoltre si trovano degli oggetti ricercati, trovati al mercatino delle pulci o recuperati dal vecchio hotel. Qua e là pendono dal soffitto luci dorate come fossero sculture.
Sicuramente l’elemento che più salta all’occhio – visibile da lontano – è l’area benessere con la stravagante piscina esterna a sbalzo con il cilindro che attraversa il tetto a padiglione sul lato sud. È chiaramente riconoscibile e accoglie gli archi della facciata: l’arco viene posizionato sulla testa e viene portato negli interni del tetto. Segna una separazione con lo scuro tetto a padiglione e crea un gioco affascinante di riflessi. Dall’interno è possibile raggiungere il centro del cilindro tramite delle scale. Una porta scorrevole si apre, si scende nell’acqua e si viene accompagnati verso l’orizzonte infinito.