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Donne in architettura: Neri Oxman (1976) – di Carlo Gibiino

Le donne hanno sempre dimostrato la loro passione e il loro talento per il design e l’architettura in una professione dominata dagli uomini. È paradossale che persino nel XXI secolo l’architettura possa ancora rappresentare un percorso di carriera impegnativo per le donne, e l’ineguaglianza di genere continua ad essere motivo di preoccupazione. Il ruolo che le donne hanno giocato nell’architettura è stato storicamente trascurato e la rigida struttura della società ha schiacciato i loro contributi tendendo a trascurali. Tuttavia, ci sono donne architette che, sfidando i pregiudizi della professione, hanno avuto un profondo impatto sull’architettura come la conosciamo oggi. In questa nuova rubrica celebriamo donne il cui impatto nel mondo dell’architettura è incommensurabile. Hanno aperto la strada a generazioni di architetti donne e hanno dato un grande contributo all’architettura internazionale. La lista, ovviamente, non è esaustiva e molti nomi importanti possono essere lasciati fuori e per ciò chiedo venia.

Questa rubrica vuole solo essere una piccola finestra su una lunga lista di leggendarie donne in architettura.

Neri Oxman foto pinterest by theSigner

 

  1. Neri Oxman (1976 –)

Architetta e designer Neri Oxman, di origine americano-israeliana, è professoressa presso la Sony Corporation Career Development e professoressa associata di Media Arts and Sciences presso il MIT Media Lab, dove ha fondato e dirige il gruppo di ricerca Mediated Matter. Il suo team conduce ricerche sull’intersezione di progettazione computazionale, fabbricazione digitale, scienza dei materiali e biologia sintetica e applica tale conoscenza al fine di una progettazione trasversale, dalla scala micro alla scala dell’edificio. L’obiettivo di Oxman è quello di aumentare la relazione tra ambienti costruiti, naturali e biologici utilizzando principi di progettazione ispirati e ingegnerizzati dalla natura e implementandoli nell’invenzione di nuove tecnologie di progettazione. Le aree di applicazione comprendono la progettazione architettonica, la progettazione del prodotto, il design della moda e la progettazione di nuove tecnologie per la fabbricazione e la costruzione digitale.

Carpal skin, foto di Mikey Siegel
Gemini, chaise Longue stampata in 3D foto di Michel Figuet.

Oxman ha coniato il termine “Ecologia dei materiali” e ha aperto la strada a questo campo, che considera il calcolo, la fabbricazione e il materiale stesso come inseparabili dimensioni del design. In questo approccio, i prodotti e gli edifici sono biologicamente informati e progettati digitalmente da, con e per la Natura.

Mercury’s Wonderer foto di Yoram Reshef
Fibonacci’s Mashrabiya fonte materialecology.com

Dal 2005, Oxman e il suo team hanno vinto numerosi premi ed è cresciuto in ambito internazionale e acclamato in sedi come il World Economic Forum e la Casa Bianca. Tra i premi di Oxman ci sono il premio Graham Foundation Carter Manny (2008), l’International Earth Awards per Future-Crucial Design (2008), il premio HOLCIM Next Generation for Sustainable Construction (2008), un premio METROPOLIS Next Generation (2009), un 40 Premio 40 Building Design + Construction (2012), BSA Women in Design award (2014), Vilcek Prize in Design (2014), Emerging Voices award dalla Architectural League di New York (2015), Innovation by Design award da Fast Company (2015) e il Visionary Award del San Jose Forum (2017).

Monocoque 2 fonte materialecology.com
Pneuma 2, fonte materialecology.com
Bio-inspired Armor design, fonte materialecology.com

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