Le donne hanno sempre dimostrato la loro passione e il loro talento per il design e l’architettura in una professione dominata dagli uomini. È paradossale che persino nel XXI secolo l’architettura possa ancora rappresentare un percorso di carriera impegnativo per le donne, e l’ineguaglianza di genere continua ad essere motivo di preoccupazione. Il ruolo che le donne hanno giocato nell’architettura è stato storicamente trascurato e la rigida struttura della società ha schiacciato i loro contributi tendendo a trascurali. Tuttavia, ci sono donne architette che, sfidando i pregiudizi della professione, hanno avuto un profondo impatto sull’architettura come la conosciamo oggi. In questa nuova rubrica celebriamo donne il cui impatto nel mondo dell’architettura è incommensurabile. Hanno aperto la strada a generazioni di architetti donne e hanno dato un grande contributo all’architettura internazionale. La lista, ovviamente, non è esaustiva e molti nomi importanti possono essere lasciati fuori e per ciò chiedo venia.
Questa rubrica vuole solo essere una piccola finestra su una lunga lista di leggendarie donne in architettura.

- Amale Andraos (1972 – )
Amale Andraos è un architetto con base a New York. È decano della Columbia Graduate School of Architecture, Planning and Preservation e co-fondatrice di WORKac con suo marito, Dan Wood.

Nata a Beirut, in Libano, Andraos ha sviluppato la passione per l’architettura mentre guardava suo padre, architetto e artista Farid Andraos, al lavoro. Ha vissuto in Arabia Saudita, Francia, Canada e Paesi Bassi (dove ha lavorato per Rem Koolhaas all’OMA).

foto © elizabeth felicella
Prima di diventare la prima preside della Columbia Graduate School of Architecture, Planning and Preservation, Andraos ha insegnato in numerose università tra cui la Princeton University School of Architecture, la Harvard Graduate School of Design, la University of Pennsylvania School of Design e l’American University a Beirut. I suoi studi e seminari di design si sono concentrati sulla città araba, che è stata oggetto di una serie di simposi intitolati “Architecture and Representation” svolti presso Studio-X Amman nel 2013 e nel campus di New York nell’autunno del 2014. Andraos è stata nominato uno dei “25 Most Admired Educators per il 2016” di DesignIntelligence, che la descrive come l’integrazione di “problemi del mondo reale nel curriculum con una visione audace e una leadership forte”.

Andraos afferma: “Non ho mai pensato a me stessa come un’immigrata, solo come qualcuno che ha vissuto e amato molti luoghi diversi, tutti interessanti da provare a capirli.” E quello, dice, è un buon background per un architetto. “L’idea che puoi sempre guardare qualcosa in un modo completamente diverso “, dice Andraos,” significa che puoi sempre ripensarlo. ”

foto © iwan baan
